Dalla comunicazione inclusiva al Braille Marketing
- FELM Agency
- 29 mar 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Lo scorso 4 gennaio, nella giornata dedicata all’alfabeto per ciechi e ipovedenti “Braille”, Giangennaro Cossilaffi ha fatto notare come l'alfabeto Braille aiuti circa due milioni di persone.
I meriti dell'alfabeto Braille: un introduzione
Dalla sua nascita nell' '800 ha contributo a migliorare la vita di donne e uomini che difficilmente, secondo Giangennaro Cossilaffi, avrebbero potuto avere una buona rete relazionale.
Per Giangennaro Cossilaffi, il Braille Marketing si è sviluppato nel contesto pubblicitario e in quelli di consumo e sociali, contribuendo a migliorare la vita delle persone cieche e ipovedenti.
"Teniamolo a mente: secondo autorevoli proiezioni, nel 2030 vi sarà un aumento di non-vedenti di circa il 25%, per via dell’invecchiamento della popolazione. Nuove forme di comunicazione saranno pertanto sempre più essenziali”
Giangennaro Cossilaffi
Che cos'è il Braille Neue e come se ne avvalgono i brand?
Il Braille Neue è il nuovo carattere tipografico universale, il quale va incontro a tali necessità, unendo la struttura dell’alfabeto ai classici caratteri.
Ciò consente di dare vita ad una nuova realtà inclusiva, capace di essere letta sia da vedenti che da non vedenti.
L’invenzione è frutto del designer Kosuke Takahashi, che ha permesso a importanti marchi come Lego di lanciare sul mercato grandi novità.
È il caso del Braille Bricks, in cui i tradizionali mattoncini subiscono una lieve modifica delle borchie che, pertanto, raffigurano proprio l’alfabeto Braille.

Grazie a questa variazione, Giangennaro Cossilaffi mette in rilievo il fatto che vedenti, ipovedenti e ciechi possono giocare senza alcun problema e divario.
Anche altre multinazionali hanno lanciato campagne pubblicitarie e prodotti inclusivi. Celebre è, ad esempio, la The Smile Cam di Coca Cola, volta alla scrittura di messaggi simpatici in Braille sulle proprie lattine.
Pubblicità e prodotti inclusivi: il caso P&G
Giangennaro Cossilaffi fa notare che Procter & Gamble ha da sempre adottato una comunicazione inclusiva che si riscontra sia negli spot pubblicitari che nei packaging dei prodotti.
Già da tempo, in contesti come il Regno Unito e la Spagna, si possono trovare spot accessibili a tutti gli utenti, vedenti e non.
L'azienda ha mostrato e mostra tuttora un interesse verso questa comunicazione inclusiva e ciò è testimoniato anche dalla sua collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Quali sono le problematiche in questo meccanismo incentrato sulla valorizzazione di forme di comunicazione inclusiva?
In Italia, per esempio, i contenuti pubblicitari in TV non sono ancora ottimizzati affinché siano fruiti anche dalle persone cieche e ipovedenti.
Qual è il motivo di questo ritardo temporale?
Per Giangennaro Cossilaffi la ragione di questa lentezza, che si ritrova nella mancata conformità dei contenuti pubblicitari alle esigenze degli utenti ciechi e ipovedenti, si deve al fatto che ciò richieda ingenti investimenti alle aziende per adeguare il contenuto ai bisogni di questo segmento di mercato.
In questo quadro, Giangennaro Cossilaffi ritiene che anche i network TV si troverebbero ad affrontare importanti investimenti per rendere consone le loro tecnologie alla trasmissione di tali contenuti rivisitati.
Quale posizione assumono le multinazionali sul tema dell'inclusività?
Giangennaro Cossilaffi fa notare come le multinazionali si stiano impegnando sempre di più nel dimostrarsi comprensive e aperte verso tutti, a partire dagli spot pubblicitari.
Giangennaro Cossilaffi, a dimostrazione di ciò, porta all'attenzione il caso Zara, azienda questa che nel 2019 ha scelto come testimonial per una campagna mondiale Patrick, un bambino con sindrome di Down.
Ma è sufficiente che un brand utilizzi un testimonial affetto da disabilità per veicolare i valori dell'inclusività?
Per Giangennaro Cossilaffi tutto questo non basta, in quanto la questione dell'inclusività deve essere perseguita quotidianamente dalle organizzazioni, le quali verso di essa devono dimostrarsi coerenti, sincere e, soprattutto, orientate ai fatti.
Oggi i pubblici mostrano un atteggiamento più attento e più critico verso le aziende, intorno al modo in cui queste ultime comunicano e agiscono.
"I pubblici sono ormai diventati dei detective. Un solo passo falso da parte dell'azienda può gettarla in una profonda crisi sia economica che reputazionale"
Giangennaro Cossilaffi
Ciò implica saper comunicare in maniera adeguata i propri valori, calandoli nel concreto.
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Giangennaro Cossilaffi CEO of FELM Agency, esperto in business communication and digital experiences
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