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Il Cause Related Marketing: il caso Chiara Ferragni

  • Immagine del redattore: FELM Agency
    FELM Agency
  • 7 apr 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Una definizione di Cause Related Marketing


Che cos’è il Cause Related Marketing?

Ce lo spiega Giangennaro Cossilaffi nel corso di un webinar online con alcuni influencer italiani.


Nel Cause Related Marketing (CRM), per Giangennaro Cossilaffi, sono comprese tutte quelle attività di marketing e comunicazione con l’obiettivo di sostenere una causa sociale, promossa da un’organizzazione no-profit, nel momento in cui un consumatore si acquista un dato prodotto/servizio.


Questa dinamica è possibile, quando un brand dà vita ad una partnership con un’associazione senza scopo di lucro.


Giangennaro Cossilaffi evidenzia come molte organizzazioni oggi siano impegnate nel devolvere una parte dei loro ricavi, provenienti dalla vendita di un prodotto, ad un programma sociale, ambientale, medico, ecc.

“Quello del Cause Related Marketing è l’esempio emblematico di come le aziende di oggi siano attente non solo al loro fatturato e alla loro performance economica ma anche ai problemi sociali che caratterizzano il contesto in cui si trovano ad operare"

Giangennaro Cossilaffi


La storia e lo sviluppo del CRM


Giangennaro Cossilaffi ricorda ai suoi lettori e partecipanti al webinar che il Cause Related Marketing è un concetto nato alla fine degli Anni Settanta del secolo scorso.


All’epoca, tale attività veniva messa a punto dai brand con l’obiettivo di aumentare i ricavi aziendali.


Giangennaro Cossilaffi ha anche messo in luce il cambio di paradigma; con il passare del tempo le imprese hanno considerato l’esistenza di un forte legame tra il marketing e la Responsabilità Sociale d’Impresa.


Giangennaro Cossilaffi ritiene che l’esistenza di questo rapporto sia dovuta al fatto che le azioni di CRM forniscano agli stakeholder le prove concrete circa l’impegno di un’azienda verso una o più cause sociali, umane, ambientali.

“Un brand oggi fa Cause Related Marketing non solo per apparire sensibile agli occhi dei suoi stakeholder intorno a particolari tematiche. Un’azienda si impegna in questo tipo di attività, anche per il semplice fatto che esse sono in linea con i suoi valori organizzativi”

Giangennaro Cossilaffi


I benefici per l’azienda e per l’organizzazione no profit


Giangennaro Cossilaffi evidenzia come dalla partnership il brand punti a migliorare la sua reputazione agli occhi dei consumatori, sempre più attivi e attenti a tematiche sensibili dal punto di vista sociale, ambientale, etico.


Inoltre, è una grande opportunità per i brand perché possono posizionarsi sul mercato e distinguersi dai competitor. Il successo di tale strategia in sostanza risiede nella maggiore propensione da parte dei consumatori ad un atteggiamento positivo verso l'azienda, ovvero ad acquistare il prodotto/servizio promosso.


Giangennaro Cossilaffi espone anche i benefici per le organizzazioni no-profit, tra i quali troviamo:

  • Incremento delle risorse destinate alla causa sostenuta

  • Aumento di visibilità del messaggio sociale dal punto di vista dei fini istituzionali che l’associazione mira a raggiungere.


“Il CRM tiene insieme l’aspetto economico del ricavo proveniente dalle vendite con quello solidale, il quale prevede una sensibilità sia dei consumatori che dell’azienda profit.

In queste attività l’attore principale è il consumatore; quest’ultimo, acquistando un prodotto specifico, si sente gratificato nel supportare una good cause”

Giangennaro Cossilaffi


Un esempio di campagna di CRM: il brand Chiara Ferragni


Chiara Ferragni - Giangennaro Cossilaffi

Giangennaro Cossilaffi porta l’esempio di una campagna ben riuscita di Cause Related Marketing.


Il programma ha visto coinvolto il brand Chiara Ferragni in collaborazione con Dolci Preziosi per la realizzazione delle uova di Pasqua, brandizzate Chiara Ferragni.


Queste due realtà si sono coordinate per sostenere progetti di inclusione sociale, condotti dall’Associazione Bambini delle Fate, il tutto con l’obiettivo di supportare le famiglie con autismo e altre disabilità.


Questo progetto aiuterà 120 bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico e della neurodiversità, i quali verranno assistiti da professionisti altamente qualificati.

“Il caso delle uova di Pasqua brandizzate Chiara Ferragni rientra pienamente con lo spirito di umanità proprio dell’imprenditrice digitale in questione. Saranno stati proprio i suoi valori solidali ad impegnarla in questo programma di attività”

Giangennaro Cossilaffi

Giangennaro Cossilaffi mette in risalto il fatto che, come in tutte le campagne, anche nel CRM le aziende devono “sondare il terreno”, analizzando in chiave strategica il messaggio e i contenuti da elaborare.


In altre parole, è fondamentale attuare un'adeguata pianificazione, preparazione e gestione del programma, affinché quest'ultimo abbia successo.

In itinere, inoltre, sarà essenziale avviare un monitoraggio costante per poter portare eventuali correzioni al progetto ove necessario, e una valutazione finale riguardo ai risultati finali ottenuti alla conclusione del progetto e l'eventuale prosecuzione della collaborazione.


E' un'attività complessa, che richiede un'adeguata strategia di marketing e comunicazione da parte dei brand che faccia capire l’associazione valoriale tra l'azienda stessa e la good cause.




Il tuo brand è attivo in questo genere di campagne?

Conosci tutti gli aspetti e le fasi per programmare una tale attività?











Giangennaro Cossilaffi CEO of FELM Agency, esperto in business communication and digital experiences








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